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Sindrome dell’Impostore: l’effetto Dunning Kruger

Indice.

Avrai già sentito parlare di questi due particolari bias cognitivi, ma forse prima d’ora non hai mai avuto tempo o occasione di approfondire. In questo articolo ti spiegherò cosa sono, in cosa consistono e come i bias cognitivi influiscono sulla percezione delle abilità.

Euristiche alla base dei bias cognitivi

Come ti ho già accennato in questo articolo, il nostro cervello possiede dei meccanismi per limitare il suo dispendio di energie e lavorare in maniera veloce ed efficace. Uno di questi metodi è rappresentato dalle euristiche, cioè delle scorciatoie mentali che gli consentono di reagire in maniera automatica a determinate situazioni e agire d’istinto.

Come si formano le euristiche?

Le euristiche si formano attraverso le esperienze: ogni volta che ti trovi ad affrontare delle nuove situazioni, il tuo cervello elabora il modo migliore per affrontarle. Una volta trovata la soluzione più adatta, l’intera procedura di ragionamento creata dai tuoi centri neuronali viene memorizzata. Così facendo, nel caso in cui dovesse ripresentarsi un evento simile, il tuo corpo potrà attingere a quella memoria e saper già cosa fare e come farlo.

Ti faccio un esempio:
Durante le prime lezioni alla scuola guida è necessario pensare attentamente ad ogni movimento da fare. Con il tempo, invece, diventa un meccanismo inconscio e quasi inconsapevole: la stessa cosa accade con i pensieri e con le euristiche.

I bias cognitivi

Quello che devi tener presente è che le euristiche sono meccanismi nati durante l’evoluzione, cioè quando i nostri antenati avevano bisogno di una risposta immediata per evitare l’attacco dei predatori. Nel mondo moderno non sono poi così utili, benché vengano comunque utilizzate e siano efficaci nel 90% dei casi. Il restante 10% sono classici errori di valutazione, o bias cognitivi. Ovvero quando il pensiero istintivo, che dovrebbe aiutarti a fronteggiare rapidamente una situazione, non risponde in maniera adeguata o efficace.

I bias cognitivi sono quindi errori di valutazione compiuti in maniera automatica. Ne sono stati studiati moltissimi, ma quelli di cui voglio parlarti oggi sono due: l’Effetto Dunning Kruger e la Sindrome dell’Impostore. Entrambi sono molto diffusi, anche se in maniera differente, in coloro che esercitano la libera professione.

L’origine dell’effetto Dunning Kruger

Prende il nome dai ricercatori che lo hanno scoperto, e nasce grazie ad un fatto di cronaca realmente avvenuto nel 1995 a Pittsburgh, negli Usa, dove un uomo ha rapinato due banche a volto scoperto. Una volta arrestato, la spiegazione che fornì ai poliziotti fu che, circa una settimana prima, aveva assistito ad un trucco di magia in cui l’inchiostro di una penna veniva reso invisibile utilizzando del succo di limone. Il nostro “eroe”, quindi, trovò perfettamente logico effettuare delle rapine cospargendosi il viso con del limone, certo che questo escamotage lo avrebbe fatto svanire e reso irriconoscibile.

A questo punto sicuramente ti stai chiedendo fino a che punto una persona possa essere sciocca, ed è proprio la stessa cosa che si sono domandati anche Dunning e Kruger. I due ricercatori hanno quindi deciso dimostrare che, solitamente, una persona sciocca non sa di esserlo. Per farlo hanno utilizzato dei volontari e sono ricorsi al metodo scientifico.

L’esperimento

Nella prima fase del loro esperimento hanno chiesto ai volontari che percezione avessero delle loro capacità, cioè a che livello di conoscenza si sarebbero posizionati in tre aree specifiche: l’umorismo, la grammatica e la logica.

Nella seconda fase hanno sottoposto i volontari a dei test per valutare le loro effettive capacità in quei tre ambiti. Una volta ottenuti i risultati si sono però accorti che coloro che si erano ritenuti abili, avevano in realtà ottenuto punteggi molto bassi. Al contrario, chi aveva dato una valutazione più bassa, aveva ottenuto risultati migliori.

Hanno quindi continuato l’indagine mostrando il risultato dei test ai volontari, sottolineando le differenze tra la loro percezione personale ed i risultati ottenuti. Chi aveva ottenuto dei punteggi molto bassi, ma si era valutato positivamente ad inizio esperimento, rifiutava di accettarlo e sosteneva che fosse il test ad essere sbagliato. Al contrario, invece, i soggetti che si erano valutati in maniera inferiore erano pronti a mettersi in discussione.

L’effetto Dunning Kruger

Per effetto Dunning Kruger si intende quindi la tendenza di persone incompetenti, o con una scarsa formazione, a considerarsi estremamente capaci. Proseguendo le ricerche, gli scienziati hanno notato caratteristiche simili in chi sviluppa questo bias cognitivo. Sono per lo più persone:

  • saccenti;
  • arroganti;
  • che non vogliono mettersi in discussione;
  • incapaci di riconoscere i propri limiti e le loro mancanze, e di sottovalutare i meriti e le competenze altrui.

Un’altra particolarità di chi sviluppa questo bias cognitivo è il netto rifiuto di migliorare la propria formazione. Nei rari casi in cui questo è possibile, però, vi è non solo un visibile miglioramento delle competenze, ma anche uno sviluppo delle capacità di autocritica verso i propri limiti.

La Sindrome dell’Impostore

Alla fine degli anni settanta la psicologa Pauline Clance ha fatto un altra scoperta importante: buona parte delle persone che hanno grandi capacità e raggiungono traguardi importanti, non si ritengono meritevoli del successo ottenuto e hanno la tendenza a sminuirsi. La convinzione di queste persone è quella di avere soltanto avuto un colpo di fortuna, o che sia merito del caso e non di certo delle loro abilità.
La Clance, tramite i suoi studi, si è resa conto che questo è un tratto tipico di chi ha competenze o conoscenze superiori alla media.

Il problema di chi ha sviluppato questo bias cognitivo è che più aumenta le sue competenze, più tenderà a sentirsi un impostore. Acquisendo maggiori informazioni, infatti, realizza la vastità dell’argomento che sta affrontando e deduce di non saperne a sufficienza, né di essere all’altezza dei riconoscimenti ottenuti.

Questo tipo di errore di valutazione deriva da un’eccessiva umiltà e da un problema di autostima, poiché le persone che lo sviluppano non riescono ad avere un giudizio oggettivo del proprio valore.

Come puoi superare la Sindrome dell’Impostore?

Effettuando un lungo lavoro su te stesso. Puoi iniziare a chiederti quali sono le motivazioni che ti portano ad avere una bassa autostima, o fare un piccolo esercizio e accettare i complimenti che ti vengono rivolti. Accogliere un complimento, invece di sminuirlo, ti aiuterà ad ammettere che qualcuno vede in te una determinata qualità o conoscenza. Ricordati che, sminuendo un complimento ricevuto, sminuisci indirettamente anche chi te lo ha fatto.

Cosa puoi fare per non farti condizionare?

I pensieri ti condizionano sempre e comunque.

Che siano tuoi, che provengano dall’esterno o che siano semplici convinzioni, influiscono sia sul tuo stato emotivo, sia sui tuoi comportamenti.

Devi essere consapevole dell’esistenza di questi pensieri e delle scorciatoie mentali, le euristiche, che il tuo cervello utilizza in maniera inconscia. Avere chiara l’esistenza di questi processi mentali ti permette di fermarti a riflettere quando metti in atto un comportamento, e di chiederti se lo hai fatto perché ti sembra davvero il modo più efficace di agire, o se è solo frutto di un condizionamento precedente.

Un’altra cosa che devi ricordarti è di non avere paura di sbagliare. Tentare di essere costantemente perfetti è, oltre che molto stressante, anche limitante: chi non sbaglia non impara mai nulla.
Il modo più efficace per imparare è farlo sbagliando, e più ti concederai di farlo più migliorerai e cambierai la tua mentalità.

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